
Relazione
svolta in occasione dell’inaugurazione del ”Centro Studi per la Ricerca,
lo Studio e la Documentazione delle Società di Mutuo Soccorso Siciliane” del
CO.RE.SI. SOMS SMS
Svolgo il mio intervento con l’idea che lo studio della cultura e della storia del mutualismo non deve essere fine a se stesso, ma deve avere fini educativi per i soci delle sms e deve essere funzionale alla ricerca di un’alternativa a «un modello sociale – come scrive Adriana Luciano in Le società di mutuo soccorso tra memoria e nuovo welfare - fondato su un mercato che si pretendeva capace di autoregolazione e di uno Stato che ci si aspettava in grado di ridurre le disuguaglianze e di rispondere alla domanda sociale di sicurezza»; un modello che invece ha prodotto un mercato caratterizzato da un liberismo disumano e dominato dall’oscura presenza di una potente elite finanziaria e uno Stato impotente, anzi dominato dalla finanza e dal mercato.
1. Educazione e questione morale nel mutualismo delle
origini
Già al IX congresso delle società operaie, svoltosi a
Firenze il 27 settembre 1861, fu approvata una mozione che chiedeva al governo
del neonato Stato italiano l’istruzione laica e obbligatoria: era la via per
diminuire l’analfabetismo di massa, condizione fondamentale per il
raggiungimento dell’autocoscienza dei lavoratori.
Non era facile realizzare quell’obiettivo, e così le
società cominciarono autonomamente ad organizzare scuole serali e domenicali
nelle quali in tanti impararono a leggere e a scrivere. In alcune di esse si
formarono anche piccole biblioteche.
A livello nazionale, i primi dati sull’istruzione
nelle sms sono riportati nelle statistiche periodiche del Ministero
d’Agricoltura Industria e Commercio. Secondo la Statistica 1873,
l’istruzione era incentivata dal governo su richiesta dei promotori borghesi
del mutualismo, il cui «suggerimento» «non rimase inascoltato» e così «molte
delle Società che si fondarono dopo il 1867 inserirono nei loro statuti
disposizioni riguardanti appunto l’educazione e l’istruzione dei soci e dei
loro figli».
Su questa scia, alcuni anni dopo l’avv. milanese Carlo
Romussi scriveva ne Il libro delle società operaje che
l’obiettivo delle soms era la «riforma economica», a fondamento della quale
metteva la «riforma morale», che avrebbe, fra l’altro, risolto il grave
problema del diffuso alcolismo fra una parte dei lavoratori. Una soluzione
interna della questione morale egli la poneva nella costituzione di «circoli
operai» e soprattutto nell’istruzione: le quote dei soci sono «consacrate»,
rilevava, all’istruzione «mediante il mutuo insegnamento».
Il libro di Romussi fu pubblicato nel 1886, alle
soglie dell’approvazione della prima legge sulle società di mutuo soccorso: la
3818, del 1886 appunto, che se nel suo art. 1° pone i seguenti fini prioritari:
«assicurare ai soci un sussidio, nei casi di malattia, d'impotenza al lavoro o
di vecchiaia; venire in aiuto alle famiglie dei soci defunti», nell’art. 2°
suggerisce uno scopo educativo: «Le Società di mutuo soccorso potranno …
cooperare all'educazione dei soci e delle loro famiglie».
In Sicilia l’obiettivo di una «rivoluzione morale»
attraverso l’educazione e l’istruzione dei soci delle sms è testimoniata in
vari documenti e circostanze e ricordata dai protagonisti del tempo; ne diamo
di seguito alcune esemplificazioni relative alle province di Palermo,
Agrigento, Caltanissetta e Messina.
Nel 1861, a Palermo si era costituita la “Società
generale degli operai” con lo scopo di raccogliere, si legge nel suo Statuto, «in
una sola famiglia» le varie categorie di lavoratori, per promuovere
«l’associazione e l’istruzione» e il «mutuo soccorso», a perenne e limpida
testimonianza che la Sicilia «che aveva compiuto una rivoluzione materiale,
andava ora a compiere quella morale».
La fondazione di questa Società con la sua attiva
«Scuola operaia» sarebbe stata ricordata alcuni decenni dopo da Francesco
Palmigiano. Non è superfluo qui sottolineare che la scuola della sms aveva
fatto di quest’operaio l’autore del primo saggio sulle società di ms
palermitane: Cronaca delle società operaie dal 1860 al 1890, nel
quale racconta anche la nascita, nel 1882, del Consolato Operaio di Palermo,
che «fondò le scuole operaie per rendere istruzione diffusa fin dove sarà
possibile, con biblioteche e conferenze, e far germogliare un’educazione
patriottica nel popolo».
Ancora a Palermo nel 1882, nei locali della società
operaia “Archimede” si svolse il Congresso Operaio
Universale, presieduto da uno dei padri del socialismo siciliano, Saverio
Friscia. Il Congresso si concluse con l’approvazione dell’ordine del giorno sul
miglioramento materiale e morale della classe operaia.
Racconta Adolfo Rossi che il grande dirigente dei
Fasci Rosario Garibaldi Bosco era solito leggere i giornali socialisti ai soci
della soms palermitane che frequentava fin dall’età di quindici anni.
Negli anni Sessanta delle biblioteche popolari erano
state fondate a Caltanissetta e a Palermo, dove si registra anche l’esistenza
di una «Società d'istruzione popolare».
Vittorio Savorini scriveva in Condizioni
economiche e morali dei lavoratori nelle miniere di zolfo e degli agricoltori
della provincia di Girgenti (1881) che «delle quattordici Società
operaie, che si trovano nella provincia, già quattro fin dal 1878 hanno fondato
scuole elementari serali pei soci e pei loro figli».
Fra fine Ottocento e inizi Novecento la Società
Operaia di Santo Stefano di Camastra (ME) deliberò «l’istituzione di una
biblioteca circolante fra i soci»; e nel 1902 «l’apertura di una scuola serale
con la nomina di due maestri: uno per le classi inferiori ed un altro per le
superiori».
2. Educazione, cultura e storia nel mutualismo odierno
Il «carattere educativo» del mutualismo delle origini
è stato confermato un anno fa, e 126 anni dopo la legge 3818, nell’art. 23 del
d.l. n. 179/18-10-2012, tramutato in legge: «Le società possono promuovere
attività di carattere educativo e culturale dirette a realizzare finalità di
prevenzione sanitaria e di diffusione dei valori mutualistici».
Una novità di rilievo è che l’educazione nelle sms non
è più riferita all’alfabetizzazione e alla morale ma è associata alla cultura.
E ciò è il risultato di due fattori positivi: con il miglioramento economico i
lavoratori non hanno più quelle derive alcoliste e violente di un tempo; il
loro livello culturale si è notevolmente elevato, grazie, oltre che alla scuola
dell’obbligo, alle scuole di formazione dei partiti di sinistra. Il Psi prima e
al Pci poi diedero dignità ai lavoratori elevandone le avanguardie a dirigenti
di partito, di sindacato e di cooperative, a parlamentari regionali e
nazionali.
Riguardo alla morale, una sua assai grave questione è
all’ordine del giorno; ma non riguarda più i lavoratori, bensì il ceto politico
corrotto, le classi agiate che sniffano cocaina e un certo clero pedofilo. Oggi
- scrive la Luciano - «l’antica vocazione educativa del mutuo soccorso ha
trovato naturale continuità in iniziative rivolte alle scuole e nella
promozione di iniziative culturali e artistiche, sia a livello locale che
regionale». In una prospettiva più avanzata, questa vocazione educativa
andrebbe posta, a mio parere, in termini di un’educazione antimafia e di
un’educazione critica delle masse popolari sottoposte a un ottundimento delle
coscienze determinato, fra l’altro, dai potenti mass media di uomini che hanno
reso la politica l’essenza dell’immoralità. Si avvierebbe così una rivoluzione
culturale che risolverebbe di certo la nuova questione morale.
E di un’educazione critica e antimafia per una
rivoluzione culturale dovrebbero oggi farsi carico, assieme ad altre agenzie
educative del cambiamento, quei Centri culturali e di ricerca storica sul mutuo
soccorso che sono sorti in diverse regioni d’Italia.
Il primo “Centro per lo studio e la documentazione
delle Società di Mutuo Soccorso” fu costituito in Piemonte con la l.r. 24/90: Tutela
e promozione del patrimonio e dei valori storici, sociali e culturali delle
Società di Mutuo Soccorso, che fra le sue finalità prevede la costituzione di banche
dati sulle «SMS esistite ed esistenti in Piemonte, sulle fonti storiche
relative ad ogni sodalizio e sul loro patrimonio culturale» e sulle «fonti
bibliografiche ed archivistiche relative alla storia del Mutualismo piemontese
in particolare e del Mutualismo nel suo complesso». Sulla scia di questa legge,
altre regioni (Puglia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Veneto,
Sardegna, Calabria, Abruzzo) ne emanarono delle analoghe che prevedevano la costituzione
di altri Centri studio.
Cinque anni dopo, l’8-10 novembre 1995 si teneva a
Spoleto il seminario di studi Le società di mutuo soccorso italiane e i
loro archivi, i cui atti furono pubblicati nel 1999. Un nutrito gruppo
di studiosi presentarono delle interessanti indagini sugli archivi delle
regioni Piemonte, Umbria, marche, Toscana, Campania, Emilia Romagna e Veneto.
Come si vede, la regione più a sud indagata è la Campania, mentre della Sicilia
c’è traccia solo nell’intervento di Sebastiano Solano, e non risulta pubblicata
la relazione Le società di mutuo soccorso in Sicilia di
Claudio Torrisi. Che in un prossimo analogo convegno la Sicilia possa
essere presente con proprie indagini è certamente un proposito del
convegno odierno fortemente voluto dal CORESI SOMS-SMS.
Il CORESI ha recepito fin dalla sua nascita
l’importanza degli aspetti culturali e storici del mutualismo introducendoli
sia nel suo Atto costitutivo (dove si parla della «salvaguardia del patrimonio
materiale e morale» delle sms) che nel suo Statuto (che si pone l’obiettivo di
«promuovere e favorire la ricerca storica» sulle soms e sms «al fine di
divulgare e salvaguardarne il patrimonio culturale, morale e materiale»).
A sostenere la ricerca storica interviene la legge 10
agosto 2012, n. 46, “Promozione della mutualità volontaria e istituzione
dell’Elenco regionale delle Società di Mutuo Soccorso”, approvata
dall’Assemblea regionale siciliana su sollecitazione del CORESI. Essa, nel
lungo e articolato art. 6° c. 2°, stabilisce il fine di «curare e sovrintendere
agli archivi, alle biblioteche e a tutto il materiale storico delle SMS della
Sicilia». Da queste citazioni emerge con chiarezza l’alto valore che il
Coordinamento attribuisce alla conoscenza della storia; una conoscenza per la
prassi, come ci insegna quel Gramsci citato nella locandina e negli inviti a
questo Convegno: «Io penso che la storia ti piace, come piaceva a me quando
avevo la tua età, perché riguarda gli uomini viventi e tutto ciò che riguarda
gli uomini, quanti più uomini è possibile, tutti gli uomini del mondo in quanto
si uniscono tra loro in società e lavorano e lottano e migliorano se stessi,
non può non piacerti più di ogni altra cosa» (Gramsci al figlio Delio).
Un modesto ma utile contributo all’attuazione dell’art.
6 potrebbe darlo da Prizzi, un comune in provincia di Palermo, centro agricolo
di forte associazionismo delle classi lavoratrici (dalle società mutuo
soccorso, al Fascio contadino, alle leghe contadine di inizio Novecento, alla
Camera del Lavoro), di storiche lotte contadine, guidate da coraggiosi e
prestigiosi dirigenti come Nicola Alongi. Delle diverse società di mutuo
soccorso nate fra fine ‘800 e inizi ‘900 ne sopravvive una, la prima, la
“Società Operaia Agricola”, fondata nel 1874. Essa conserva interessanti
documenti, gelosamente custoditi da circa un secolo in una cassapanca in legno,
racchiusi nei seguenti volumi, che aspettano di essere studiati per ricostruire
la storia di una Società che il prossimo anno compie 140 anni. Questi i documenti:
1.
«Protocollo del 20 nov. 1894 al 31
dicembre 1901 - Registro di deliberazioni dell'Assemblea dal 28 ottobre al 23
dicembre 1894 e dal 13 gennaio 1894 al 13 dicembre 1900, del Consiglio dal 18
ottobre 1894 al 9 nov. 1894, dal 7 al 29 gen. e dal 17 al 24 sett. 1894 -
Ordini del giorno vari. Riunite nel presente volume dal segretario della
Società Sarullo Luigi fu Domenico - 1898».
2.
«Deliberazioni del Consiglio - Prizzi
1897 - Luigi Sarullo Segretario».
3.
«Libro paga e matricole».
4.
«Protocollo di corrispondenza dal 1°
gennaio 1902 al 1-7-937».
5.
«Registro soci».
6.
«Registro deliberazioni della Camera a
votare dall'anno 1912 al 1926».
7.
«Registro delle deliberazioni del
Consiglio da datare del 1 gen. 1926».
8.
«Dopolavoro - Soc. operaia agricola di
M. S. - Registro di pagamenti».
9.
«Elenco soci della Lega Cattolica».
Oltre che ad affermare il valore della storia e della
cultura sul piano statutario e legislativo, in questi anni il CORESI si è mosso
concretamente per promuoverlo con diversi progetti, dalle celebrazioni in
diverse Sms dei150 anni dell’unità d’Italia e della nascita del mutualismo
in Sicilia alla pubblicazione del suo primo volume Una grande
storia: le società operaie di mutuo soccorso in Sicilia dall’Unità a oggi,
all’adesione a diverse iniziative culturali nazionali.
Nonostante gli stimoli del CORESI e gli studi di vari
ricercatori, lacunosa si presenta la storiografia sul mutuo soccorso siciliano:
per rendersene conto basta scorrere il catalogo bibliografico Il mutuo
soccorso ha i titoli a cura di Francesco Lucania. Anche se, a sua
volta, il catalogo, il primo del genere, è incompleto: mancano le sms della
provincia di Siracusa, ne è registrata una per ciascuna delle tre Province di
Agrigento, Enna e Ragusa, due in provincia di Caltanissetta, tre in provincia
di Trapani, sei in provincia di Catania, sette rispettivamente nelle province
di Messina e Palermo. Poche queste complessive 28 sms rispetto alla consistenza
reale delle società dell’isola nei 150 anni della loro storia. Ne è cosciente
lo stesso curatore che, per colmare la lacuna, qualche anno fa aveva avviato
assieme a me un lavoro di censimento che si è arenato per difficoltà oggettive;
iniziativa che nelle migliorate condizioni organizzative odierne del mutualismo
siciliano bisognerebbe riprendere per la sua indubbia utilità nella ricerca
storica. E bisognerebbe riprenderla anche per allungare quel «solido filo del
mutuo soccorso», per dirla con Sebastiano Solano, che unisce tutti i lavoratori
italiani.
È in questo contesto di lacune da una parte e di
ripresa di interesse mutualistico dall’altra che l’ambiente universitario
siciliano va prendendo coscienza dell’improrogabilità di studi monografici sul
mutuo soccorso.
Anche se pochi, dei lavori per una biblioteca ed
emeroteca sul mutuo soccorso siciliano - ci si augura che possa essere presto
inaugurata - esistono già; di seguito ne ricordo alcuni come testimonianza:
oltre ai citati libri di Palmigiano e del CORESI, gli opuscoli su alcune
singole sms (tra cui La mutua solidarietà. Società Operaia 1865-2005 di
G. Lucifaro, Storia della Lega Braccianti Agricoli, Unione e
Fratellanza di Ispica (1908-2008 di L. Blanco,); i
saggi contenuti nella seconda parte della rivista “Neos” intitolataLe
società di mutuo soccorso siciliane negli Stati Uniti d’America; le tesi di
laurea (cito quella M. Brignone Società di Mutuo Soccorso “L’Avvenire”
1908-2008 perché è stata pubblicata meritevolmente dalla SMS di Capo
d’Orlando); Radicalismo e socialismo in Sicilia (1860-1882) di
Gino Cerrito, un libro assi utile per le origini del mutualismo siciliano ma
fuori commercio.
In corso di realizzazione segnalo la imminente
pubblicazione di Tra solidarismo, assistenza e previdenza. Le società
di mutuo soccorso in Sicilia nel XIX e XX secolo, a cura dei proff.
Baglio e Noto.
Per la costruzione dell’archivio e della biblioteca il
CORESI-SOMS-SMS ha dalla sua parte l’interesse del mondo universitario, in
questo convegno ampiamente rappresentato, quello di singoli studiosi, di alcuni
politici sensibili al solidarismo mutualistico, il sostegno della FIMIV, ma
principalmente la fede e l’energia dei suoi dirigenti, Giuseppe Ciavirella e
Giuseppe Bivona, ai quali va la mia stima e simpatia.
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